Descrizione della casa editrice
La sera del 5 ottobre 1960, sei anni dopo la nascita ufficiale della televisione, venne trasmessa dal canale unico della Rai la prima "Tribuna elettorale". In un'Italia che contava un apparecchio televisivo ogni otto elettori, le parole ed i volti della politica entravano finalmente nelle case. Nel 1995, in uno scenario di complicità e concorrenza fra soggetti politici e strumento televisivo e in presenza di un ascolto televisivo pro capite di più di due ore al giorno, i tre referendum sulla legge Mammì hanno segnato il prevalere del partito trasversale della televisione sulle tradizionali appartenenze politiche.
Il libro ripercorre la storia del rapporto fra televisione e politica in questi 35 anni nei quali i partiti, passati da organizzazioni di massa a strutture più leggere, sono diventati sempre più dipendenti per la loro esistenza dai mass-media, e la televisione, abbandonata la missione pedagogica degli esordi, è assurta a componente essenziale della vita politica del paese. La "Tribuna elettorale" del 1960 e i servizi di "Tv7", i telecomizi del 1968 e le tribune autogestite del 1970, i 'talk-show' e gli spot politici, i faccia a faccia e le non-stop elettorali sono, assieme alle invenzioni e alle censure di giornalisti, politici e conduttori, i momenti lungo i quali televisione e partiti, due elementi costitutivi della nostra identità nazionale, si sono indissolubilmente legati
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Dalla Tv di partito al partito della Tv. Televisione e politica in Italia: 1960-1995
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