Descrizione della casa editrice
In un tempo d'incertezza e d'interrogazioni, mentre sembra velarsi l'astro accomodante del postmoderno, la poesia di Davide Rondoni attinge più che mai una pienezza vitale, e forse è il suo dono nativo, che non ignora però il vuoto oscuro della coscienza, il tremore teso e nudo della speranza, e vi associa una tenerezza insieme intima e impetuosa, sospesa fra 'dolore e lode'. Così, nel movimento concertato di "Avrebbe amato chiunque", l'io che parla raccontando o meditando, talvolta come ai margini di una scena, vive e conosce se stesso attraverso la presenza complementare dell'altro tra i frammenti di una cronaca che diviene subito storia, esperienza incompiuta di un senso, viaggio, andare e venire dell'esistere nello spazio vivo e preciso dei luoghi: Bologna, Milano, New York, San Pietroburgo, Parigi, Chartres, Jesi, Sansepolcro... Ma tutto ora si cala in una dimensione 'feriale', tanto più nitida e concreta, quasi a portata di mano, quanto più trascende la 'regola del guardare' nel chiarore dell'alba o nella solitudine della notte, mentre vi si accompagnano gli affetti familiari, il desiderio, l'amore, l'amicizia, la pietà, il brivido del corpo, la commozione tranquilla dello stupore. Da un frigorifero a una bici, da un distributore automatico di sigarette a un albero di cortile, da un bar di campagna a un aeroporto metropolitano, gli oggetti sono veramente 'cose', segni necessari di un destino comune, non epifanie ma apparizioni, e l'ethos profetico del sentire 'la fiamma chiara dell'invisibile' si invera in una visione istintiva dove le percezioni si compenetrano come nodi luminosi, o 'stormi di parole', nel tessuto lacerato e ricomposto dell'esistenza. Da qui un discorso lirico che ha il respiro e la tensione dell'esperienza, con cesure e riprese musicali, sino al parlato di una canzone o la sapienza riflessiva di un silenzio. E si comprende bene come per Rondoni la fede nella parola sia anche fede nell'uomo e nel suo archetipo di perfezione, una certezza che scaturisce dalla 'clamorosa scoperta d'essere nell'universo', vita nella vita e nella stessa morte, domanda che si fa luce e messaggio. E' la voce di un poeta di un nuovo secolo, oramai uscita dalla tradizione mutevole del Novecento con la consapevolezza e disincantata e spavaldamente polemica del nostro presente 'piumato e crudele', tanto più dinanzi al 'bellissimo viso ferito del mondo'. (Ezio Raimondi)
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Avrebbe amato chiunque
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