Descrizione della casa editrice
Partendo dall'analisi dell'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi (1802), Luca Addante ne ricostruisce il contesto storico e le radici politiche e culturali. In un'indagine condotta sia sul tempo breve sia sulla lunga durata, l'autore rivela come l'apparente omaggio a uno dei fondatori dell'Economia politica fosse in realtà espressione di quel mondo segreto del dissenso dal quale fiorì la Carboneria. Dissimulando i suoi reali intenti, Salfi avanzava tra le righe propositi eversivi, mirando all'unificazione dell'Italia in uno Stato democratico, libero e repubblicano, progetto da egli perseguito sin dagli anni della Rivoluzione francese. Il tentativo di incitare all'azione rivoluzionaria si legava a quello di tracciare un'identità italiana, obiettivi comuni alla stamperia che aveva edito l'Elogio, vera e propria centrale cospirativa dalla quale uscirono opere come il Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli di Vincenzo Cuoco e alcuni Discorsi di Maximilien Robespierre. Già in quel primo Ottocento Salfi e gli esponenti più avanzati del movimento patriottico rivelavano coscienza di quanto fosse necessario, per fare l'Italia, "fare gli Italiani", proponendo una cultura nazionale che s'alimentava anche di succhi cosmopolitici e locali. Salfi rielaborava in chiave risorgimentale una tradizione patriottica, che Addante ricostruisce in una genealogia che risale da Gaetano Filangieri ad Antonio Genovesi, da Pietro Giannone alla rivoluzione napoletana del 1647-48, fino a Tommaso Campanella
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Patriottismo e libertà. L'«Elogio di Antonio Serra» di Francesco Salfi
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