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Fragilità della narrativa. Nuovo approccio all'arte contemporanea e la Mitteleuropa come paradigma
Lorand Hegyi
Brossura. Skira
ISBN 9788861307247
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Descrizione della casa editrice
Con il volume "Fragilità della narrativa. Nuovo approccio all'arte contemporanea e la Mitteleuropa come paradigma", Lórànd Hegyi (Budapest. 1954) - figura centrale nella cultura contemporanea per le sue esperienze professionali nell'Europa dell'Est e dell'Ovest - intende raccogliere quattordici saggi, alcuni dei quali mai pubblicati in Italia, incentrati sul concetto di Narrativa nell'arte contemporanea. Si tratta di contributi critici scritti nel corso della sua lunga carriera di storico dell'arte - docente all'università di Budapest durante gli anni della Guerra Fredda - e direttore prima del Ludwig Museum di Vienna, poi del Musée d'Art Moderne di Saint-Etienne in Francia, del Pan di Napoli e direttore artistico della Biennale di Valencia per due edizioni. Il volume si presenta diviso in due sezioni distinte, di sette saggi ciascuna: la prima intende fornire una lettura orizzontale, volendo analizzare il concetto di narrativa nell'arte all'interno di quel vasto territorio comunemente definito Mitteleuropa che, per caratteristiche multiculturali, multietniche, multireligiose, l'autore considera anticipatore e paradigmatico di quella atmosfera culturale che negli ultimi quindici anni si sta manifestando in Europa occidentale, cambiandone il volto intellettuale. Attraverso un 'excursus' storico, geografico, geopolitico e ovviamente artistico, Lórànd Hegyi ci dimostra la frammentarietà, l'irrazionalità, la preponderante soggettività e l'eclettismo di una regione stretta tra due monoliti, rappresentati dagli ex blocchi dell'Ovest (Francia, Gran Bretagna e Germania) e dell'Est (Russia). Per esemplificare in termini artistici questo 'melting pot' culturale, nel volume sono presenti saggi monografici sul lavoro di Ilya Kabakov, Laszlo Fehér, Georg Baselitz e Roman Opalka. La seconda parte, invece, tematizza la narrativa nell'arte in una lettura verticale, cronologica, intendendo passare dall'universalismo di Piet Mondrian e Kasimir Malevic - attraverso l'azionismo viennese, Piero Manzoni, Yves Klein, Lucio Fontana, fino alla pop art considerata dall'autore l'ultima espressione di grande narrativa - a una privatizzazione dell'Utopia rappresentata da piccole realtà, da microcosmi personali nutriti di emozionalità, intimità, fragilità del sentire. Ecco dunque che il pensiero occidentale, che da Kant in poi aveva subito una categorizzazione, si ritrova a dover fare i conti con una frammentarietà dai risvolti eclettici mai finora conosciuti ma prefigurati nel corso di tutto il Novecento nei territori mitteleuropei. La Mitteleuropa, dunque, come paradigma della cultura postmoderna occidentale dal momento che essa, per tutto il corso del Novecento, è stata caratterizzata da "eclettismo" e "fluidità dei valori" contrapposti al monolitismo dei due blocchi Est/Ovest
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Fragilità della narrativa. Nuovo approccio all'arte contemporanea e la Mitteleuropa come paradigma
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