Descrizione della casa editrice
Shirin-Gol ricorda ancora le montagne dell'Hindu Kush non devastate dalle bombe. Era bambina, allora, una bambina quieta e ubbidiente che viveva in uno sperduto villaggio e a cui era stato dato il nome di "Dolce Fiore". La sua vita pareva già decisa, fissata, secondo tradizioni radicate da secoli. Poi arrivarono i russi e iniziò una guerra stupida e terribile che si portò via padri, fratelli, mariti. Da allora Shirin-Gol non ha smesso di fuggire: dalla fame, dalla miseria, dalla negazione dei più elementari diritti umani, dai soldati dell'Armata Rossa, dai mujahedin, dai talebani, da decenni di bombardamenti e di efferate faide fratricide che hanno devastato l'anima del suo paese. Fra una fuga e l'altra, è stata data in moglie per onorare un debito di gioco, ha dato alla luce i suoi figli, ha lottato disperatamente per la sua famiglia, e ha imparato a leggere, a scrivere, a pensare, convinta che l'atavica ignoranza del popolo afgano sia tra le radici della sua rovina. Quella di Shirin-Gol è la storia di una donna oppressa ma non vinta, che dà voce a milioni di donne senza voce, senza volto e senza corpo. E' una storia di lotta, di coraggio, di speranza che non vuole morire, nonostante tutto e tutti. Leggendola, si può capire perché da sempre il fanatismo religioso è terrorizzato dalla serena forza del femminile.
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Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere
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