Descrizione della casa editrice
Che la lettura (specialmente quella disinteressata, felice, fascinosa, alla quale, come suggerisce Daniel Pennac, abbiamo addirittura diritto) sia in pericolo, è evidente a tutti. Al punto che la nostra è stata considerata una delle più radicali epoche di de-alfabetizzazione. Televisione, nuovi media, consumi cultuali alternativi, Internet, e quanto si vuole, rappresentano fonti di sapere che, pur implicando una certa quota di lettura, non sono più 'lettura felice', anzi rappresentano i peggiori nemici di questa. Ma il libro costituisce ancora, a parere di molti, una fonte privilegiata di sapere, di immaginazione e di maturazione. E non solo perchè è di una comodità pratica che nessun altro medium è riuscito a emulare, ma perché permette di articolare pensieri e mondi come nessun altro ha saputo ancora fare.
In questo libro Wrmanno Detti passa in esame critico la lettura con le sue proprietà (e le sue meraviglie), ma non esita a cotruire, attorno a questo fortino assediato, la fotografia completa dei media che la minacciano. Anche di questi illustra i vantaggi (specialmente per la fantasia), mettendo a frutto un'esperienza che, specialmente nel campo delle 'carte povere' (fumetti, fotoromanzi e simili), ha poche equivalenti in Italia.
Detti non prospetta un futuro. si limita a prevedere che la lettura, che è stata per secoli la regina del sapere, non sarà più sola, ma dovrà fre i conti, come le monarchie antiche (cha da assolutistiche si dovettero rendere illuminate), con le nuove forze che da ogni parte la spingono.
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La lettura e i suoi nemici
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