Descrizione della casa editrice
Un libro per sfuggire al pregiudizio e per non dire di nostro figlio: "non lo riconosco più".
Un pregiudizio è un errore che si ripete all'infinito e i ragazzi sono la parte della nostra vita che ne viene più colpita. La psicologia, spesso inconsapevolmente, si è resa complice di questo inscatolamento dei ragazzi all'interno di categorie create quando si andava ancora con la carrozza, quando la speranza di vita non superava i cinquant'anni. Basterebbero queste affermazioni per dissuadere chiunque pensi di trovare risposte in un nuovo libro sui ragazzi e sull'adolescenza: si corre il rischio di rimasticare materiale già digerito. C'è però speranza: per evitare questo rischio, possiamo innanzitutto ricordare che i ragazzi non sono una categoria sociale ma individui, quindi smetterla di chiamarli col "voi", pensandoli come un gruppo indistinto, e passare al "tu", facendone delle persone; possiamo rifare il percorso nuovamente, cancellando tutti i cartelli indicatori che ci portano fuori strada e metterne di nuovi. Non è difficile, basta sapere dove volgere lo sguardo, si potranno fare scoperte sorprendenti e finalmente incontrare i nostri figli per quello che sono davvero e non per quello che ci siamo messi in testa da prima che nascessero
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Quello che non vedo di mio figlio. Un nuovo sguardo per intervenire senza tirare a indovinare
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